Il disability-adjusted life year o DALY (in italiano: attesa di vita corretta per disabilità) è una misura della gravità globale di una malattia, espressa come il numero di anni persi a causa della malattia, per disabilità o per morte prematura.
Descrizione
Originariamente sviluppato, nel 1990, dalla Harvard University per la Banca Mondiale, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo ha adottato a partire dal 2000. Il DALY è una misura sempre più comune nel settore della sanità pubblica e nella valutazione dell'impatto sulla salute delle malattie. Esso estende il concetto di anni di vita potenziali persi a causa di una morte prematura includendo gli anni di vita "sana" persi in virtù del cattivo stato di salute o di disabilità".[2] In tal modo, la mortalità e la morbilità sono combinati in un unico indicatore comune.
Tradizionalmente, le passività della salute sono state espresse utilizzando una sola misura: (valore atteso) di "anni di vita persi" (Years of Life Lost YLL). Questa misura non tiene conto dell'impatto della disabilità provocata dalla malattia, che può essere espressa in: "anni vissuti con disabilità" (Years Lived with Disability YLD). La misura DALY è calcolata tramite la somma di questi due componenti. In una formula:
Il DALY si basa sull'accettazione del fatto che la misura più appropriata degli effetti di una malattia cronica è il tempo, sia quello perso per via di una morte prematura, sia quello trascorso nella disabilità della malattia. Un DALY, pertanto, è pari ad un anno di vita perso. Statistiche giapponesi sulla speranza di vita vengono utilizzate come riferimento per la misura della morte prematura, in quanto i giapponesi sono il popolo che gode dell'aspettativa di vita più lunga.[4]
Studiando la gravità della malattia per mezzo del DALY, si possono osservare dati sorprendenti sulla salute di una popolazione. Ad esempio, un rapporto dell'OMS del 1990 ha indicato che 5 delle 10 principali cause di disabilità erano patologie psichiatriche. Le condizioni psichiatriche e neurologiche rappresentano circa il 28% di tutti gli anni vissuti con disabilità, ma solo 1,4% di tutti i decessi e l'1,1% degli anni di vita persi. Si può così notare che i disturbi psichiatrici, anche se tradizionalmente non vengono considerati come un grave problema epidemiologico, hanno un enorme impatto sulle popolazioni in termini di anni di vita persi.
Calcolo del DALY
Il disability-adjusted life year è una misura sociale della malattia o il carico di disabilità nelle popolazioni. I DALY sono calcolati combinando misure di aspettativa di vita e la qualità della vita regolata nel corso di una malattia o durante una disabilità gravosa per una popolazione. I DALY sono legati alla misura del QALY [senza fonte]; tuttavia il QALY può misurare solo il vantaggio con e senza intervento medico e quindi non misurare il peso totale. Inoltre il QALY è una misura individuale e non una misura sociale.
Tradizionalmente la condizione di cattiva salute viene espressa utilizzando una misura: gli anni di vita persi (YLL) per via della morte prematura rispetto all'aspettativa di vita che il soggetto aveva. Una condizione medica che non provoca una morte prematura non viene considerata. Gli anni persi a causa di disabilità che inficiano la qualità di vita (YLD) misurano la gravità del vivere con una malattia o una determinata disabilità.
I DALY sono calcolati prendendo la somma di due componenti [5]:
DALY = YLL + YLD
Esempi
Australia
Cancro (25,1/1000), malattie cardiovascolari (23,8/1000), malattie mentali (17,6/1000), malattie neurologiche (15,7/1000), patologie respiratorie croniche (9,4/1000) e diabete (7,2/1000) sono le principali cause di anni di vita persi per disabilità e morte prematura.[6]
Storia
Il DALY è stato per la prima volta proposto nei lavori effettuati da Murray e Lopez per l'Organizzazione Mondiale della Sanità e per la Banca Mondiale e pubblicati nel 1990. Oggi è una misura largamente utilizzata.
^ M. Menken, TL. Munsat; JF. Toole, The global burden of disease study: implications for neurology., in Arch Neurol, vol. 57, n. 3, marzo 2000, pp. 418-20, PMID10714674.