La zona è famosa per la produzione del vino Marzemino, in seguito a decreto ministeriale del 30/11/2011 fu denominato Refrontolo Passito D.O.C.G. (un'isola nel mezzo del Prosecco Docg)
Storia
Le origini
Il toponimo, anticamente scritto Ronco Frontulo sembra essere composto dai termini latini roncum "terreno disboscato, dissodato" e frontulum da avvicinare a "fronda", quindi riferito a un bosco; il significato dunque sarebbe quello di "luogo abitato tra i boschi". Solo nel 1540 verrà riportata per la prima volta la denominazione corrente.
La zona di Refrontolo fu prima controllata dai Longobardi e, dal X secolo, fu dominio dei vescovi di Belluno. La prima citazione è però del 1075: nel documento detto Traditio Avasia si ricorda che Turingio, di origini longobarde, lasciava al monastero dei Santi Candido e Corbiniano di San Candido diverse proprietà, tra cui il beneficio della chiesa di Ronco Frontulo e quattro poderi situati presso lo stesso villaggio.
Il Medioevo
Il 2 gennaio 1266, dopo un'assemblea, gli abitanti di Refrontolo decisero di darsi al comune di Treviso, contro gli interessi dei Caminesi e del vescovo di Belluno. Anche sotto la Serenissima il territorio fu amministrato dai Collalto, nobili feudatari che risiedevano presso l'omonimo castello.
Fu comune autonomo fino al 1928; in quell'anno Refrontolo , che all'epoca comprendeva anche la frazione Barbisano, fu aggregato al comune di Pieve di Soligo, nel 1946 tornerà comune autonomo, ma senza la frazione Barbisano.
Il 2 agosto 2014, durante la cosiddetta "Festa degli uomini", al Molinetto della Croda morirono quattro persone a causa dell'esondazione del torrente Lierza.[6]
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del comune di Refrontolo sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 25 agosto 1953.[7]
«Stemma d'argento, alla fascia di azzurro, passante dietro il fusto di un albero al naturale, nodrito su campagna di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»
La fascia azzurra simboleggia i torrenti che attraversano il territorio comunale, il Lierza e il Crevada, l'albero ricorda boschi e frutteti e la base verde la campagna fertile e produttiva.[8] Il gonfalone è costituito da un drappo partito di bianco e d'azzurro.[9]
Della chiesa di Santa Margherita si hanno notizie sin dall'XI secolo, quando era cappella dipendente dalla pieve di San Pietro di Feletto. Fu ricostruita nella seconda metà del XV secolo e qualche decennio dopo divenne parrocchiale. Fu rifatta nel XX secolo. Conserva una pala della scuola di Paris Bordone.
Ville venete
Di seguito è riportato un elenco delle ville venete di Refrontolo:
Il Molinetto della Croda è un antico mulino che sfrutta le acque del torrente Lierza, principale affluente del Soligo, ai piedi di un salto d'acqua di 12 metri. Si trova 2 km a nord di Refrontolo.
All'interno del mulino si possono visitare l'impianto con la caratteristica macina e i vari piani dell'abitazione che accoglieva un tempo le famiglie che si sono susseguite alla gestione. Ora è diventato una sorta di casa-museo ove si susseguono ogni mese esibizioni di arti figurative di ogni tipo; è meta di turisti e luogo che ha ispirato artisti (numerosi i quadri che lo ritraggono) e poeti; compare in una scena del film del 1977Mogliamante (con Mastroianni e Antonelli).
Il Molinetto della Croda risale circa al XVI secolo. La prima costruzione è stata ovviamente il mulino, a seguire venne costruito un alloggio per la famiglia, ed infine una stalla ed un granaio.
Al 31 dicembre 2017 gli stranieri residenti nel comune erano 71, ovvero il 4,1% della popolazione. L'unica comunità di una certa consistenza è quella romena, con 21 appartenenti[14].
Amministrazione
Altre informazioni amministrative
Refrontolo divenne comune sotto Napoleone il 22 dicembre 1807. Tra il 1810 e il 1819 fu temporaneamente accorpato a San Pietro di Feletto, per poi tornare autonomo aggiungendo le frazioni di Barbisano e di Collalto. Quest'ultima, nel 1889, fu staccata per venire aggregata al comune di Susegana (Censimento 1881: pop. res. 726). Nel 1928 il comune è nuovamente soppresso per divenire frazione di Pieve di Soligo. Nel 1946 fu ricostituito, perdendo però Barbisano[15].