È nota anche come strada statale Marsico-Sarentina. Lungo il suo percorso si sono sviluppati alcuni villaggi degli sfollati a seguito del sisma del 1915 che devastò l'intera Marsica e parte del Lazio. Molte delle abitazioni provvisorie sono state gradualmente sostituite da case popolari o da altri edifici privati, caratterizzando il tessuto urbano dei paesi risorti lungo la statale, a volte distanti chilometri dai centri storici originari. L'arborazione è prevalentemente a pino nero, in particolare tra Alfedena e Castel di Sangro.
Molto frequentata dai flussi turistici per la sua agibilità, nonostante i diversi tornanti panoramici, attraversa Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea e Barrea dove costeggia interamente la sponda sinistra dell'omonimo lago. Dopo il bivio per il borgo abbandonato di Sperone e il piccolo paese di Gioia Vecchio entra nel territorio del parco nazionale costeggiando il rifugio del Diavolo e le sorgenti del fiume Sangro. Più a valle incontra il bivio per l'altrettanto panoramica e frequentata statale di Forca d'Acero, e gli accessi per le riserve integrali della val Fondillo e della Camosciara, nonché la strada statale 479 Sannite che porta agli impianti sciistici di Passo Godi e Scanno. Non è raro avvistare specie animali protette. La strada è anche frequentata dagli appassionati di mototurismo, in virtù delle innumerevoli curve e dei caratteristici paesaggi che attraversa.
^abcdefghIn corsivo sono indicate le strade statali facenti parte sino al 1945 - per l'intera estensione - del territorio italiano e poi parzialmente cedute agli Stati vincitori della Seconda guerra mondiale, in seguito alla modifica dei confini nazionali stabilita dal trattato di Parigi del 1947.
Portale Trasporti: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di trasporti