Il viaggio (dal provenzaleviatge, a sua volta derivante dal latinoviatĭcum; quest'ultimo era la provvista necessaria per mettersi in viaggio[1]) è lo spostamento di una certa entità, che compiono persone, animali od oggetti da una località di partenza a un'altra distante. Il viaggio può essere locale, regionale, nazionale o internazionale.
Il viaggiare si può distinguere per i mezzi adoperati per la mobilità: mezzi di trasporto pubblici o privati (come automobili, motocicli, treni, aerei, navi, biciclette, ecc.), o anche a piedi. Un viaggio può includere anche soggiorni relativamente brevi tra i successivi spostamenti che lo compongono.
Il viaggio può essere inteso non solo in senso fisico, in un contesto spazio temporale, ma anche in senso metaforico come espressione di abbandono, ricerca interiore, desiderio. Vi sono molte opere che mettono in evidenza il viaggio inteso come ricerca interiore o desiderio (ad esempio nel libro La coscienza di Zeno di Italo Svevo emerge il viaggio del protagonista: la psicanalisi).
Il paradosso contemporaneo della libertà di viaggiare è rappresentato dal fatto che sia una prerogativa dei Paesi ricchi, mentre per i cittadini dei Paesi poveri, anche se provvisti di mezzi finanziari, la libertà di viaggiare è fortemente limitata dagli stessi Paesi ricchi.
Scopi e motivazioni
«Il Mondo è un libro, e coloro che non viaggiano leggono solo una pagina.»
Le motivazioni (fattori di spinta) per l'atto del viaggiare sono altrettanto varie e spaziano nelle loro variegate possibilità da estremi rappresentati da viaggi di piacere (esempio: viaggio di nozze) a viaggi forzati (esempio: marcia della morte) di necessità.
I popoli antichi, finiti i grandi movimenti migratori dell'epoca preistorica, viaggiavano per motivi commerciali, militari, e religiosi.
La cultura classica, greca e romana, è fornita di opere che trattano il grande tema del viaggio: basti pensare all'Odissea di Omero, che consegna alle letterature successive e all'immaginario collettivo di tutto il mondo occidentale la figura dell'eroe che si può considerare il simbolo stesso dell'andare per terre e per mari: Ulisse.
Tra i viaggiatori più noti dell'epoca classica, che è bene ricordare era un fenomeno elitario, si ricordano[3]:
Annone (633 a.C. – 530 a.C.), fenicio, che visitò la costa atlantica dell'Africa;
Erodoto (484 a.C. – 430 a.C.), che visitò l'Egitto, la Libia, l'Etiopia, la Fenicia, l'Arabia, la Scizia; famoso per aver descritto paesi e persone da lui conosciute in numerosi viaggi, che descrisse nelle sue Storie
Nearco (356 a.C. – 300 a.C.), che Alessandro Magno nominò comandante della flotta macedone, assegnandogli il compito di esplorare le coste del Mare Arabico e del Golfo Persico (che insieme al Mar Rosso per i Greci costituivano il Mare Eritreo), dal delta del fiume Indo fino all'Eufrate.
Strabone (ante 60 a.C. – 21-24 d.C.), che visitò l'Egitto e l'Italia e che descrisse i luoghi visitati nella Geografia.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, il viaggio è comunque sempre collegato alla realtà economica e politica. In questi anni, durante lo stato di grave disordine e di precarietà politica e sociale che caratterizzano l'Europa tra il V e il XI secolo, si assiste ad una brusca interruzione dei flussi commerciali e ad una drastica riduzione del movimento delle persone, che molto raramente si spostano da un luogo all'altro.
Ben presto, però, con il risveglio economico dell'XI secolo, riprendono in tutta Europa gli spostamenti di uomini e merci. Spinti da ragioni diverse, alcuni uomini ricominciano a muoversi anche oltrepassando i confini europei. Cavalieri, chierici vaganti, guerrieri e mercanti lasceranno nella letteratura un segno del loro andare.
Anche il pellegrinaggio rappresenta, in un certo senso, la concretizzazione dell'idea, insita nel Cristianesimo, della vita come viaggio: i cristiani infatti, concepiscono l'esistenza come un transito verso l'aldilà. Per questo il pellegrinaggio fu una pratica particolarmente diffusa nel Medioevo, epoca di intensa spiritualità.
I viaggi più lunghi e avventurosi, quelli che oltrepassano i confini del mondo conosciuto, sono senza dubbio i viaggi dei mercanti medievali. La documentazione dei loro viaggi è ricca e varia perché amavano lasciare memorie delle loro esperienze. Fondamentali a proposito furono le attività delle repubbliche marinare.
I più importanti viaggiatori medievali sono elencati di seguito[3].
Giovanni da Pian del Carpine 1182 circa –1252), missionario che visitò la Mongolia, descrivendola nella Historia Mongalorum. Giovanni si può definire il primo inviato europeo in Oriente, e colui che aprì la strada a Marco Polo, di cui fu precursore di ben ventisette anni.
I fratelli genovesi Ugolino e Vadino Vivaldi (XIII secolo), che tentarono un'esplorazione marittima nell'Oceano Atlantico ma di loro non si ebbe più notizia. Mercanti italiani tentavano infatti di raggiungere la Cina attraverso vie alternative, per evitare il passaggio nei mercanti arabi che ne aumentava notevolmente il prezzo.
Guglielmo di Rubruck (1220 - 1293), che nel 1253 visitò la Tartaria e il Tibet inviato dal re di Francia Luigi IX dal condottiero mongolo Sartaq nella speranza che la notizia che girava in Occidente riguardo alla conversione di costui fosse vera. Il suo resoconto del viaggio in Asia è uno dei capolavori della letteratura geografica medioevale.
Marco Polo (1254 – 1324), il lungo viaggio da lui intrapreso fra il 1271 e il 1295 gli permise di raggiungere la Cina via terra, percorrendo la via della seta. Era partito insieme al padre Niccolò e allo zio Matteo e, giunto in Cina, ottenne i favori del Kubilai Khan, ne divenne consigliere e successivamente ambasciatore. Tornò a Venezia per mare. Il suo libroIl Milione contribuì in maniera massiccia a far conoscere agli europei le regioni centrali e orientali dell'Asia. Le sue descrizioni dell'Asia hanno ispirato Cristoforo Colombo e contribuito alla creazione della mappa di fra Mauro.[5]. È considerato uno dei più grandi viaggiatori ed esploratori di tutti i tempi. Il resoconto dei suoi viaggi è ne Il Milione.
Ibn Battuta (1304 – 1368-69), che visitò Africa, India, Sud-est asiatico e Cina, ed è considerato uno dei più grandi viaggiatori ed esploratori della storia. Scrisse "Un dono di gran pregio per chi vuol gettar lo sguardo su città inconsuete e peripli d'incanto.
Dal Quattrocento l'Italia e l'Europa sono ormai percorse da viaggiatori, che si spostano per le ragioni più diverse, per mare e per terra. Quest'intensificarsi degli spostamenti ha prodotto una nuova immagine del mondo e dello spazio e ha favorito le grandi esplorazioni geografiche.
Nell'Epoca Moderna
All'inizio del XV secolo, la scuola di navi di Enrico il Navigatore aveva circumnavigato le coste dell'Africa al servizio della corona portoghese. Intorno al 1460 il profilo della sua missione andava mutando nella ricerca dell'agognata rotta delle spezie, un passaggio per l'India intorno alla punta meridionale dell'Africa. Un successo di questo progetto avrebbe permesso di fare a meno dell'intermediazione di commercianti arabi, persiani, turchi e veneziani, che gravava sul prezzo delle spezie orientali come il pepe, la noce moscata e i chiodi di garofano.
Verso la fine del secolo, questa ricerca stava giungendo a compimento. Nel 1488Bartolomeo Diaz era riuscito a raggiungere il Capo di Buona Speranza, mentre Pêro da Covilhã aveva viaggiato per terra fino a Calicut, esplorando possibili fonti di approvvigionamento di spezie sul subcontinente indiano. Non rimaneva che unire i due segmenti del viaggio. Si inserisce in questo quadro la figura di Vasco de Gama, primo europeo a navigare direttamente fino in India doppiando Capo di Buona Speranza.
Matteo Ricci (1552 - 1610) continuò in Cina l'opera di Giovanni da Montecorvino[7]; non solo fu missionario, ma fece conoscere la cultura europea in Cina e quella cinese in Europa. La sua effigie compare nel fregio in marmi policromi che racconta la storia cinese all'interno del Millennium Centre di Pechino, unico occidentale insieme a Marco Polo.
Nel Settecento e nell'Ottocento il concetto di viaggio comincia a trasformarsi: ai mercanti, ai diplomatici e ai pellegrini si uniscono intellettuali letterati, poeti, scrittori, artisti e musicisti. Gli intellettuali di questo periodo si sentono cittadini del mondo e girano l'Europa spinti dalla curiosità intellettuale e dal desiderio di conoscere realtà, mentalità e modi di vita diversi. Molti di essi affrontano il motivo del viaggio come esperienza di maturazione sia con il Grand Tour attraverso l'Europa, cioè l'itinerario che letterati e artisti intraprendono a scopo di studio e di formazione culturale e umana giovanile. Accompagnano il viaggio valigie, borse e il nécessaire da viaggio, oggetti creati per trasportare effetti personali e per contenere le scomodità e la cui produzione, da aristocratica, diventa sempre più diffusa e borghese.
Nella seconda metà dell'Ottocento la produzione industriale accresce le disponibilità finanziarie di masse di lavoratori, unito ai nuovi concetti di ferie e tempo libero, aumento della classe media, aumento delle reti e delle tecnologie di trasporto. I mezzi di trasporto subiscono un'autentica rivoluzione tecnologica e sviluppano la dimensione del comfort. Tra i passeggeri nasce una nuova filosofia di viaggio che viene definito “di piacere”, il cui ruolo è il divertimento e che coinvolse dapprima soltanto l'élite economica e sociale. È proprio in questo periodo che cominciano a vedersi i segni della nascita di quel particolare viaggio che viene battezzato turismo evolutosi poi nell'industria turistica. Le ferrovie sono le prime che stimoloano e si adeguano alle nuove esigenze; in Europa nel 1876 l'ingegnere Georges Nagelmackers fonda la Compagnie Internationale des Wagons-Lits.
È importante prendere precauzioni per garantire viaggi in sicurezza.[8] Quando si viaggia all'estero, le probabilità sono a favore di un viaggio sicuro e senza incidenti, tuttavia, i viaggiatori possono essere soggetti a problemi come la criminalità e la violenza.[9] Alcune precauzioni includono l'essere consapevoli dei propri dintorni, evitando di essere il bersaglio di un reato, lasciare copie del proprio passaporto e informazioni sugli itinerari a persone di fiducia, ottenere assicurazione medica valida nel paese visitato e registrarsi presso la propria ambasciata nazionale quando si arriva in un paese straniero.[8] Molti paesi non riconoscono le patenti di guida di altri paesi, tuttavia la maggior parte dei paesi accettano il permesso internazionale di guida.[10] Le polizze di assicurazione auto emesse nel proprio paese sono spesso valide in paesi stranieri, e sono spesso un requisito per ottenere l'assicurazione auto temporanea valida nel paese visitato. Si consiglia inoltre di diventare orientati con le norme e i regolamenti di guida dei paesi di destinazione. Indossare una cintura è altamente consigliabile per ragioni di sicurezza e perché molti paesi hanno sanzioni per la violazione di leggi sulla cintura di sicurezza.[10]
Ci sono tre statistiche principali che possono essere utilizzate per confrontare la sicurezza delle varie forme di viaggio (basato su un sondaggio del DETR, un gabinetto del Regno Unito, dell'ottobre 2000):[11]
^abGiulio Verne: Storia dei grandi viaggiatori da Annone cartaginese a Cristoforo Colombo, E. Treves, 1872.
^Cfr. Giuseppe Buffon, Khanbaliq. Profili storiografici intorno al cristianesimo in Cina dal medioevo all'età contemporanea (XIII-XIX sec.), Ed. Antonianum, Roma 2014.
^R. Bianchi Bandinelli, M. Pallottino, E. Coche de la Ferté, Enciclopedia dell'Arte Antica - Treccani, alla voce "Archeologia", da cui si riporta il seguente brano: "Quindi, se Ciriaco de' Pizzicolli (v. Ciriaco D'Ancona), che viaggiò in Grecia fra il 1412 e il 1448 ricercando e annotando opere d'arte e iscrizioni, può dirsi, in certo modo, il fondatore dell'archeologia in senso generale, l'archeologia nel suo carattere storico-artistico, come viene intesa oggi, può ben dirsi datare dalla pubblicazione della Storia delle arti del disegno presso gli antichi di J. J. Winckelmann, avvenuta nel 1764"
^(1247-1328), Frate Minore, primo vescovo di Khanbalik, l'odierna Pechino, inviato alla corte del Gran Khan del Cathay dal Papa Nicolò IV nel 1288. Cfr. Giuseppe Buffon, Khanbaliq. Profili storiografici intorno al cristianesimo in Cina dal medioevo all'età contemporanea (XIII-XIX sec.), Ed. Antonianum, Roma 2014